Scrivo questo articolo perché, nei gruppi social, spesso leggo come dubbi principali da parte dei aspiranti o nuovi adottanti avere abbastanza spazio in casa, comprare il cappotto giusto.
Le criticità di un’adozione invece sono altre, la consapevolezza quindi deve essere più ampia.
I nostri Levrieri Rescue sono cani meravigliosi e speciali, dotati di un ridotto bagaglio di vita ma comunque problematico.
Che arrivino a due anni o ad otto, poco importa, le loro difficoltà possiamo paragonarle ad un qualsiasi altro cane presente nei canili Italiani da molto tempo.
L’associazione SOS Levrieri informa i potenziali adottanti, sin dal primo contatto, sulle eventuali difficoltà che possono manifestarsi, come affrontarle nel migliore dei modi ma soprattutto come introdurre il Levriero nelle prime fasi di convivenza in famiglia.
Nel caso si presenti un disturbo del comportamento dobbiamo sapere come affrontarlo. Quando il cane compie azioni non desiderate, questo può anche essere causato da una patologia organica, ovvero un disturbo fisico che sfocia in comportamenti anomali.
Il disturbo più comune nei Levrieri Rescue nasce dalla sindrome di deprivazione sensoriale, la cui causa sostanzialmente è data dall’allontanamento precoce del cucciolo dalla madre, mancanza di esperienze nel periodo dell’apprendimento, isolamento sia fisico che psicologico, mancata comunicazione intra ed etero-specifica, mancata manipolazione.
Le patologie più riconosciute sono: reazioni esagerate agli stimoli, iper-reattività, ansie, paure, fobie, disturbi dell’attaccamento, disordini ossessivi.
Per i Levrieri provenienti da ambiti di isolamento e sfruttamento, successivamente transitati in rifugi di accoglienza, ed infine consegnati alla nuova famiglia (il giorno della rinascita come amo definirlo) affrontare una vita totalmente nuova, all’inizio è quasi sempre complicato.
Molte cose che noi adottanti, anche quelli con più esperienza, spesso diamo per scontato, per un Levriero Rescue sono nuove montagne da scalare, infatti ogni soggetto ha un proprio vissuto e anche una modalità di risposta adattativa differente.
Spesso pretendiamo da loro soluzioni immediate, dimenticando che, ad esempio, non hanno mai vissuto in un appartamento, in famiglia e spesso nemmeno in ambienti urbani.
Il cane per natura tende al raggiungimento dell’omeostasi il più velocemente possibile, ma alcuni di loro hanno bisogno più tempo prima di trovare il giusto equilibrio. Rispettare i loro tempi, comprenderne le difficoltà, guidarli, è un nostro compito e una nostra responsabilità.
Equilibrio, routine, entusiasmo, comprensione e pazienza sono le migliori garanzie per il loro benessere psico-fisco.
Mentre il corpo lo possiamo guarire con un’alimentazione corretta, con un esercizio fisico costante e con prodotti per la sua salute, il suo benessere psichico ha bisogno di ben altre cure, la prima di tutte è l’adattamento.
La lingua ad esempio, appena li portiamo a casa li riempiamo di parole, frasi, mandandoli in confusione. Non ci rendiamo conto che la nostra lingua non la conoscono, intuiscono solo l’intonazione ed il nostro gesticolare, la nostra mimesi facciale, ma fanno davvero fatica a comprenderci, siamo comunque delle persone a lui sconosciute.
Quindi fin da subito dovremmo cercare di parlare al cane nel modo più tranquillo possibile, senza alterazioni di voce, facendoci vedere mentre gli parliamo in modo che possa leggere il nostro volto, e concentriamoci sulle parole chiave come “Andiamo“, “Fermo“, “Pappa“, “Pipì“, “Attraversiamo“, “Casa“, “Bravo“.
Il Nò ed il Sì usiamoli con parsimonia, pronunciarli troppo spesso generano l’effetto opposto, ovvero non avere nessun effetto.
I complimenti devono abbondare, soprattutto quando il nostro Levriero sta affrontando delle difficoltà, come ad esempio incitarlo ad ogni gradino mentre impara a fare le scale, o quando cerca di scendere dall’auto, premiarlo con voce e attenzioni, con il nostro entusiasmo è per lui lo stimolo migliore possibile.
Spesso gli cambiamo anche il nome, cosa che sconsiglio ad esempio per quei cani che già hanno una risposta, perché è di fatto l’unica certezza che hanno in questa prima fase. Piuttosto introduciamo dei soprannomi o nomignoli successivamente.
Il cibo è altrettanto importante inizialmente, in quanto deve essere somministrato in orari regolari, con quantità corrette, e senza introdurre extra inizialmente. Il Levriero si deve assestare, viaggio, stress, cambiamento di clima, cambio di alimentazione lo porteranno a dissenteria e a volte casi di vomito, quindi fondamentale fin dal primo giorno essere molto cauti con il cibo e somministrare fermenti lattici e probiotici.
Come evidenziato nella prima parte di questo articolo, spesso i problemi comportamentali si manifestano a causa di un organismo che fatica ad assestarsi.
Poniamo molta attenzione nelle uscite, la sua sicurezza dipende da noi, quindi impariamo ad osservare cosa lo interessa e cosa lo inquieta, cosa vuole evitare e cosa vuole conoscere. Doppio collare, o collare e pettorina sono strumenti fondamentali fino a che non siamo sicuri delle sue reazioni in strada. Molti soggetti sono estremamente reattivi, imprevedibili, a volte hanno attacchi di panico, girano su stessi pur di evitare la minaccia, dobbiamo essere pronti a gestirlo in sicurezza, calmarlo e non farci trascinare nel suo terrore. Siamo noi la sua guida, mostriamoci dunque tale ai suoi occhi. Ecco perché è molto importante da subito imparare a conoscerli per prevedere le loro reazioni e agire di conseguenza, quindi no a telefonini in mano o borse scomode da gestire durante le prime settimane di passeggiata.
Gli orari di uscita devono essere molto regolari, adattandoli già dal primo giorno a quelli che saranno durante la settimana lavorativa. Il cane è un essere molto abitudinario, quindi in mezzo a tutte queste incertezze, lo scandire della routine è l’unico appiglio sicuro che avranno.
Non pretendete che da subito faccia lunghi giri, è spaesato, l’ambiente esterno e soprattutto quello urbano, è pieno di stimoli, a volte per lui spaventosi (una bici, un uomo col cappello, un mezzo pesante in transito, il vociare di un bambino). Consiglio nei primi giorni di fare sempre lo stesso giro, portandolo magari dove tendenzialmente sporcano anche altri cani, in modo da avere un motivo in più per imparare a sporcare fuori ed associare l’uscita al fare i bisogni fuori casa. Inoltre in caso di fuga, si potrebbe avere più probabilità che torni a casa. C’è tutto il tempo necessario per fare esperienze insieme ed esplorare il mondo.
Così come evitiamo di invitare gente in casa i primi giorni, lasciamoli riposare ed ambientarsi, evitiamo loro il caos, eventi caotici, facciamogli capire che la casa è un ambiente sicuro, dove nessuno lo disturba quando dorme, quando mangia, dove le coccole sono garantite, dove la tranquillità è preziosa. Per questo istruiamo i bambini di casa a portare loro rispetto di tempi e spazi.
Evitiamo di farli salire subito su letti e divani, o dormire vicino a noi, o farci seguire in casa (la chiamo sindrome del “cane cozza”), così come evitiamo di riempirli di attenzioni nei primi giorni, sempre per evitare che quando non ci saremo, al lavoro o semplicemente a fare la spesa, il Levriero non vada in ansia o manifesti disagio per la nostra assenza.
Anche la conoscenza con gli altri cani deve essere cauta: non sappiamo nulla del nostro Levriero, se va d’accordo con tutti i cani o meno, magari non gli piacciono i cani piccoli e neri e non lo sappiamo non essendo cresciuto con noi. Quindi le prime volte che lo fate approcciare con un cane, meglio farlo tenendolo al guinzaglio in modo da inquadrarlo in piena sicurezza.
Le prime volte invece che verrà lasciato in area cani consiglio l’utilizzo della museruola, e solo una volta che saremo sicuri che al nostro cane stanno simpatici tutti, gliela toglieremo.
La museruola sarà uno strumento fondamentale anche per la prima visita veterinaria, o con l’approccio iniziale degli eventuali gatti di casa.
Di come affrontare scale ed ascensori ne ho già scritto in un articolo che trovate sul sito di SOS Levrieri, perché molto spesso arrivano che ne hanno paura solo perché a loro sconosciuti. L’importante è non forzarli altrimenti otterrete l’effetto contrario, ovvero non vorranno nemmeno uscire di casa.
I viaggi in macchina inizialmente dovranno essere per andare solo in bei posti, come in mezzo alla natura, o per portarlo nei posti a lui preferiti, in modo che associ l’auto ad esperienze positive, e viva così nel migliore dei modi senza ansia sia il salire sul mezzo, che lo starci.
Anche la casa dovrà essere preparata anticipatamente nel modo corretto per accogliere il nostro Levriero: tappeti e soprammobili costosi sono da togliere inizialmente, così come eventuali piante tossiche o pericolose, le porte interne inizialmente dovranno essere chiuse per concedere al cane il minor spazio possibile, porre attenzione alle scale interne. Spesso si crede che il Levriero più spazio abbia per girare più sia sereno, ed invece è il contrario, meno spazio ha a disposizione più facilmente si rilasserà (e meno danni potrà fare).
Un’attenzione particolare inizialmente a non lasciare il cibo a portata di muso, così come i piccoli giochi dei bambini che potrebbero essere ingeriti, meno cose può rovinare, meno noi ci arrabbieremo, più la convivenza inizierà serenamente.
Non lasciate libero accesso a balconi, terrazze, giardini e porfidi senza supervisione, e soprattutto in nostra assenza. I cancelli elettrici sono spesso causa di fughe. Le zanzariere a volte inibiscono il cane ad uscire ma a volte sono un ostacolo facilmente superabile, quindi non abbiate la convinzione che possano evitare che esca.
Spesso questi cani hanno più timore della figura maschile che di quella femminile, quindi in questo caso meglio che l’uomo di casa si occupi prevalentemente della somministrazione di cibo e coccole, e la donna di casa provvederà alle sue uscite, vestizione e pulizia.
Se noterete che il vostro Levriero ha paure specifiche, come ad esempio l’aspirapolvere, la lavatrice, il rumore delle padelle, le moto, le biciclette, i bambini urlanti, gli altri cani, ecc. non evitiamogli la conoscenza e l’esplorazione: dobbiamo sottoporlo allo stimolo pauroso fin da subito ma a piccole dosi, dandogli la possibilità di andarsene via, e soprattutto deve essere fatto quotidianamente.
Quindi ad esempio se il mio cane ha paura del microonde (vero Bohr?) io glielo accenderò tutti i giorni, anche più volte al giorno, lasciandogli al possibilità di scappare in un’altra stanza ma che da quella stanza lo possa comunque sentire. Dopo giorni, settimane, a volte mesi, l’intensità di paura diminuirà e la volontà di fuga anche.
Isolarli dal mondo esterno per evitare che abbiano paura, perché hanno già sofferto troppo nella vita, non farà altro che amplificare questo loro stato d’animo. Hanno un mondo da scoprire fuori dalle mura domestiche, e farlo nel modo più corretto possibile, accanto ad una famiglia che lo ama e lo comprende, con i tempi giusti, permetterà loro di capire quanto sia meraviglioso, per apprezzarlo e viverlo.
L’abituazione a tutto quello che c’è di nuovo, così come imparare a comportarsi nel modo corretto, è un lavoro che richiede tempo e pazienza, ma questo cammino insieme vi farà innamorare l’uno dell’altro.
L’associazione così come gli educatori e veterinari sono sempre a disposizione per aiutare nei casi in cui un adottante sia in difficoltà, spesso basta solo un consiglio o una piccola correzione nella gestione, per rendere la convivenza più facile e serena.
Buona adozione