Razze Levrieri

Il levriero, o meglio i levrieri, trattandosi di una tipologia di cane, diffusa in tutti i continenti, costituiscono uno dei gruppi di razze canine più antichi. Anche se nel mondo moderno (anche tra i cinofili) vengono per lo più associati al mondo delle corse di cani, e spesso adottati come aristocratici cani da compagnia, non bisogna dimenticare che essi sono stati essenzialmente selezionati come cani da caccia.

Storia

Le origini del levriero sono da ricercarsi nelle radici stesse della civiltà umana, quella del cane inseguitore, che accompagna gli uomini e li aiuta nella caccia raggiungendo e uccidendo di norma la preda aspettando l’arrivo dei cacciatori. Il nome deriva infatti da leporarius cioè cane adatto a cacciare le lepri. Questa attività è stata senz’altro una delle prime forme di specializzazione che hanno dato origine alle diverse razze canine. Le forme più antiche sono probabilmente quelle che ritroviamo rappresentate già molte migliaia di anni fa, ai tempi dell’antico Egitto, e pressoché invariate in alcune razze odierne come il Pharaoh Hound, il Podenco Ibicenco ed il Cirneco dell’Etna. Da questi primitivi cacciatori, un breve passo portò ad una specializzazione ulteriore che diede origine ai levrieri mediorientali (Sloughi e Saluki), e a quelli nordafricani (Azawakh).

La successiva diffusione nei diversi continenti portò i levrieri ad adattarsi ai diversi climi (si pensi al folto mantello dell’Afgano Tazi), e alle diverse prede (i “cacciatori di lupi” per eccellenza sono il grande Borzoi russo, e soprattutto il gigantesco Irish Wolfhound, il cane più alto del mondo).

L’impiego nei cinodromi affinò ulteriormente la selezione in funzione della velocità pura; nacquero così razze iperspecializzate, come il Whippet (il cane più veloce, in grado di raggiungere i 75 km/h) e il Greyhound, anch’esso veloce ma con più resistenza. La taglia del Whippet è però inferiore e diminuisce i costi di gestione e rende accessibili le corse anche ai ceti meno abbienti.

Caratteristiche

Ciò che caratterizza i levrieri è la testa piccola quanto una coppa di champagne e il fisico snello ed atletico, per lo più di taglia medio-grande, una conformazione sviluppata per ottenere i migliori risultati con il loro particolarissimo stile di caccia: l’inseguimento della preda a vista: essi infatti, cercano la preda con gli occhi, ed in misura minore con le orecchie, a differenza di altre razze che seguono le piste (segugi), o cercano direttamente l’odore del selvatico, segnalandone la presenza al cacciatore con la tipica posizione di punta (cani da ferma).

Individuato l’obiettivo, sia esso un animale selvatico, o un fantoccio mosso meccanicamente nelle gare di Racing o Coursing, i levrieri si lanciano al suo inseguimento.

Levriero afgano – Tazi

Il levriero afgano come viene comunemente chiamato in occidente è un cane che appartiene alla famiglia dei levrieri.

Origini e storia

Le origini della razza sono antichissime e vengono fatte risalire al 1000 a.C., nella zona dell’attuale Afghanistan. Come tutti i levrieri, il levriero afgano è stato selezionato come cane da caccia.

In Europa questo cane fu introdotto sul finire dell’800, portato, secondo la tradizione, dai soldati di ritorno dalle Guerre Anglo-Afgane.

La razza, inizialmente disomogenea fra gli esemplari, è stata poi uniformata come taglia.

Aspetto

Cane di dimensioni medio-grandi, snello come tutti i levrieri, con pelo setoso e lungo e struttura fisica leggera e di gran classe. Il cranio è ben proporzionato e sormontato da un lungo ciuffo di peli. Il muso è lungo e appuntito, con un naso di colore nero. L’altezza ideale è per i maschi da 68 a 74 cm e per le femmine da 63 a 69 cm. Il mantello deve seguire la distribuzione naturale, ma spesso vengono attuati degli interventi di stripping sulla schiena per mettere in risalto la sella. In tutta la seconda metà del XX Secolo, le selezioni sono state effettuate in modo da ottenere un mantello sempre più lungo, allo scopo di ottenere un colpo d’occhio suggestivo durante la corsa del Tazi, come se l’animale fluttuasse senza sforzo. Alle mostre sono ammessi tutti i colori. È un cane robusto, che in condizioni normali non presenta seri problemi di salute e l’incidenza di malattie ereditarie è molto limitata. Può vivere mediamente 12-13 anni.

Levriero afgano

Attività e temperamento

Cane di rara nobiltà, con temperamento fiero e generoso. Intelligente e curioso, dimostra sensibilità e un affetto misurato verso il proprio padrone. Ricco di insospettata vitalità e di allegria.

Ha un carattere aristocratico senza essere altezzoso, con atteggiamenti che spaziano da un’estrema eleganza a performance clownesche. Può essere mordace o timido se non cresce in condizioni ambientali sane, ma non è mai aggressivo. È un ottimo amico dei bambini.

L’antica attitudine venatoria può estrinsecarsi improvvisamente con fughe impulsive, se non ben sorvegliato.

Levriero arabo – Sloughi

Il levriero arabo o levrero berbero o Sloughi è una razza canina di origine marocchina. Le origini della razza non sono chiare.

sloughi

Levriero del Mali – Azawakh

L’ Azawakh è una razza canina di origine maliana. Le origini della razza non sono chiare.

Storia

Il nome della razza deriva da un luogo africano situato tra il Niger e il Mali, l’Azawakh appunto, detto anche azawad. Questo nome fu registrato ufficialmente nel 1982. I primi ad utilizzare questa razza furono i tuareg, ma è arrivata in Europa tramite i francesi: infatti la Francia è la nazione dove la razza si è diffusa maggiormente. I primi accoppiamenti volti a formare la razza cominciarono nel 1970.

Caratteristiche comportamentali e fisiche

L’Azawakh è un cane molto indipendente, riservato e schivo, a volte quasi snob ma allo stesso tempo estremamente affettuoso con coloro che riusciranno a conquistarne la fiducia. Non dà confidenza agli estranei. Poco diffuso in Europa. Originariamente utilizzato per cacciare gazzelle e lepri dai tuareg è anche ottimo cane da guardia. Le forme devono essere slanciate ed eleganti, con la struttura che spesso entra in un rettangolo. Le orecchie sono cadenti e a forma di triangolo, la testa è stretta e sottile e il cranio è piatto. Il tartufo è molto scuro e ha grandi narici. Portamento elegante e fiero. può sembrare schivo e timoroso, ma diventare estremamente aggressivo soprattutto se in branco. Questa aggressività è molto sviluppata anche all’interno del proprio branco di appartenenza. È consigliabile l’acquisto di soggetti singoli o max in coppia, solo a persone con esperienza.

azawakh

Salute

Cane estremamente forte e robusto con una vita media di 12-14 anni.

Levriero inglese – Greyhound o Whippet

greyhound

Il Greyhound, o levriero inglese a pelo raso, appartiene al gruppo dei levrieri è quindi un cane da caccia a vista.

È il cane più veloce, e se ben allenato può raggiungere i 63 km/h come velocità media in gara (457 metri con partenza da fermo), e i 72 km/h come massima velocità nei rettilinei. Viene infatti utilizzato soprattutto nei cinodromi, in gare di racing o di coursing. È un ottimo cane da compagnia, molto affezionato al padrone. Non richiede più moto di quanto ne richieda qualunque cane di taglia media, anche se gradisce galoppare in libertà. Sa essere affettuoso senza essere invadente.

Origini

Si tratta di una razza molto antica, secondo alcuni deriva dai levrieri nord africani come lo Sloughi e il Saluki. Si suppone che sia stato importato in Europa tra il sesto e il quinto secolo prima di Cristo dai Celti. Il nome “greyhound” deriva probabilmente dall’inglese arcaico grighund, dove “hund” è l’arcaico di “hound”, ma il significato di “grig” è ancora incerto.

Attitudini

La maggior parte dei greyhound viene allevata per le corse nei cinodromi, principalmente nei paesi anglofoni dove le scommesse sui cani sono molto comuni. Il greyhound, come tutti i levrieri, è un cacciatore indipendente ed è stato selezionato per seguire la preda senza la costante presenza del padrone, come invece fanno altri cani da caccia.

Le corse nei cinodromi, nei paesi dove sono permesse, generano un indotto di allevamento dei levrieri Greyhound molto diffuso e fiorente. Gli esemplari che giungono a fine carriera, che per infortunio non sono più giudicati abili a gareggiare, che da cuccioli non sviluppano l’istinto all’inseguimento necessario o adeguate prestazioni, vengono soppressi. Si stimano decine di migliaia di cani soppressi ogni anno. In tutta Europa ci sono associazioni che permettono alle famiglie che ne fanno richiesta di adottare i levrieri salvandoli dalla soppressione.

WHIPPET

Il Whippet è una razza canina britannica riconosciuta dalla FCI
(Standard N. 162, Gruppo 10, Sezione 3).

Storia

La storia del Whippet è relativamente recente se la si confronta con quella degli altri levrieri, alcuni dei quali vantano origini millenarie. Questa razza è stata selezionata nel XIX secolo dagli operai e dai minatori delle aree industriali dell’Inghilterra del Nord, per la caccia alla lepre e al coniglio selvatico. Non si conoscono con precisione le razze che hanno concorso alla formazione del Whippet; in mancanza di fonti scritte e precise sono state formulate delle ipotesi che a volte sono diverse e contraddittorie.

Alcuni storici della razza affermano che i minatori avrebbero usato il Piccolo levriero italiano per aumentare la velocità dei loro Fox Terrier, Manchester Terrier e Old White terrier, che erano già impiegati per la caccia e avevano più mordente sulla preda. Probabilmente è stato aggiunto anche il Greyhound, in quanto il Piccolo Levriero Italiano non avrebbe potuto dare origine ad una razza di taglia superiore alla sua unito soltanto ai terrier.
Altri specialisti invece ritengono che l’incrocio con i terrier non si sia mai verificato. Se si considera il limitato numero di generazioni in un secolo, risulta improbabile che questo fenomeno sia stato qualcosa in più di un esperimento, perché avrebbe alterato profondamente il patrimonio ereditario della razza e nelle cucciolate si troverebbero alcuni cuccioli atipici.

I risultati di questi incroci, chiamati Whippet (o, a seconda del luogo, Whippert o Whoppet) erano cani veloci e silenziosi, cacciatori a vista dal pelo raso e dal muso allungato.

Nei giorni di festa venivano usati in campagna come cani da corsa su piste d’erba. I cani venivano trattenuti sulla linea di partenza; al momento del via venivano lasciati e iniziavano a correre verso i padroni che, alla fine della pista, li chiamavano agitando un fazzoletto. I cani sfruttavano la loro abilità sulla distanza breve, che è quella necessaria a raggiungere un coniglio prima che raggiunga la sua tana, e la loro resistenza. Spesso nella folla la situazione degenerava e si arrivava a delle vere e proprie risse, ma queste gare ottennero sempre più popolarità; I Whippet gareggiavano anche rincorrendo una finta preda trascinata da una corda che si avvolgeva azionata da un motore. Queste corse finirono per soppiantare le gare di caccia al coniglio.

Carattere e comportamento

Il Whippet è ideale per la compagnia. Non ha problemi ad adattarsi all’ambiente sportivo e famigliare. Temperamento dolce, affettuoso ed equilibrato. Ha una vista acuta ed è adatto a correre su brevi distanze. È un cane a cui piace vivere molto in ambiente domestico soprattutto per le comodità, è paziente e calmo. Si presta ad essere molto attaccato ai padroni ed è adatto per stare a contatto con i bambini.

Levriero irlandese

Il levriero irlandese o Irish Wolfhound è una razza canina creata dal capitano scozzese George Augustus Graham verso la fine del XIX secolo. È il gigante tra le razze canine, con una taglia media superiore ad 80 cm alla spalla. Gentile e molto docile con le persone, può diventare feroce se minacciato o per difendere il padrone. Il suo mantello richiede cure, essendo a pelo ruvido.

Storia

Si tratta di una razza “ricostruita” per assomigliare al mitico “Irish Hound”, risalente forse al primo secolo a.C. o anteriore, allevato come cane da guerra dagli antichi Celti, che lo chiamavano Cú Faoil. Gli antichi abitanti dell’Irlanda continuarono ad allevarlo a questo scopo e come cane da guardia per la casa e protezione degli allevamenti.
Nelle antiche saghe irlandesi sono ripetutamente indicati come cani da caccia e da guerra di enorme valore. Il capitano Graham incrociò esemplari di Scottish Deerhound con esemplari di Alano Tedesco e di Borzoi Russo per “ricostruire” l’antico levriero irlandese.

wolfhound

Carattere

È un cane gentile, tranquillo, intelligente e facile da addestrare. Ha la tendenza ad affezionarsi ad una persona sola anche se è molto dolce, amorevole con tutti i membri della propria famiglia; ama giocare con i bimbi e prendersi cura di loro anche se bisogna fare attenzione per la grande mole dell’esemplare. È impavido e grande abbaiatore. Non deve mai essere stuzzicato. Si adatta alla vita domestica anche se preferisce ampi spazi aperti dove poter fare tanto movimento e tenersi sempre in forma. Ha bisogno di controllo periodico al mantello.

Levriero italiano – Piccolo levriero italiano

Il piccolo levriero italiano è una razza di cani, di origini italiane.

Origini

Le origini del Piccolo Levriero Italiano sono molto antiche: sono stati ritrovati scheletri fossili di cani molto simili all’attuale, risalenti a circa 5000 anni fa in Egitto, dove si ritiene che la razza abbia avuto origine. Dall’Egitto, all’antica Grecia e poi all’Italia il passo è breve: abbiamo testimonianze della presenza di levrieri di piccola taglia in rilievi, sculture e affreschi sia etruschi che romani, oltre che alcune testimonianze scritte.

Lo vediamo così attraversare il Medioevo (lo troviamo dipinto persino da Giotto) per poi approdare a quella che è stata probabilmente la sua età d’oro, vale a dire il Rinascimento, quando è stato ritratto da artisti come Michelangelo, e successivamente da molti altri pittori (ad esempio Giambattista Tiepolo); sappiamo inoltre che numerosi personaggi importanti della Storia, nonché dame illustri e letterati, hanno posseduto piccoli levrieri (Federico il Grande e Caterina II di Russia per fare due nomi). A giudicare dalle testimonianze, il PLI è stato sempre allevato sia come cane da caccia che come cane da compagnia; la sua specialità erano la caccia al fagiano (cha faceva alzare in volo) e alla lepre (che invece inseguiva).

Nel XIX secolo il PLI è impiegato sempre di più come cane da compagnia, finché si raggiunge una vera e propria crisi: soggetti nani, fragili, delicatissimi e senza il benché minimo istinto venatorio (al punto che il naturalista Brehm diceva di lui: “nato per riposare su morbidi tappeti”).

Solo nel secondo dopoguerra, proprio in Italia, si diede una svolta all’allevamento, grazie soprattutto al lavoro della Marchesa Maria Luisa Incontri Lotteringhi della Stufa (titolare dello storico allevamento “del Calcione”), ritornando all’ideale di cane elegante ma comunque “levriere”. Ecco così il passaggio dal gruppo 9 (quello dei cani da compagnia) al 10 (quello dei levrieri), e la modifica dello standard (siamo nel 1984) per quel che riguarda l’andatura (da “elegante, saltellante”, e quindi leziosa e anti-funzionale, che comporta anche un anteriore esageratamente stretto, a “leggera, elastica ed armonica”, più consona a un levriere).

pli

Utilizzo

Cane da corsa

Comportamento e carattere

Riservato, affettuoso, docile

Classificazione F.C.I.

Gruppo X: Levrieri

Caratteristiche fisiche

Dolicomorfo, il suo tronco sta nel quadrato e le sue forme ricordano in miniatura quelle del Greyhound e dello Sloughi. Può essere definito un modello di grazia e distinzione.
I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto.

Levriero persiano – Saluki

Il saluki o levriero persiano è forse la più antica fra le razze canine conosciute. Come razza pura, la sua storia si può far risalire di quasi 7000 anni. Largamente ammirato per la sua bellezza, velocità e resistenza il Saluki ha viaggiato nella storia attraverso il medio-oriente con le tribù nomadi del deserto; difatti l’habitat e l’origine della razza includevano una regione compresa tra il Sahara e il mar Caspio. Come risultato diretto, i tipi variavano in questa vasta area, principalmente nella taglia e nel mantello. Il Saluki, come tutti i levrieri fa parte della famiglia dei “cacciatori a vista” (sighthound in inglese).

Temperamento

Un vero Saluki mantiene le qualità dei cani da caccia. Possono sembrare riservati e indifferenti. Essi apprendono velocemente ma si possono annoiare dalla ripetizione, così le sessioni di addestramento dovrebbero essere brevi e variate. Il Saluki necessita di esercizio regolare, però si comporta in modo tranquillo in casa. Essi non abbaiano molto ma “cantano” quando sentono che qualcosa è sbagliato o quando un membro della famiglia sta via per un lungo periodo di tempo. Vanno d’accordo con i bambini ma devono essere rispettati quando vogliono essere lasciati soli e riposare. Sensibile e intelligente, il cane Saluki non dovrebbe mai essere addestrato usando la forza o le maniere forti. Sono di solito tranquilli e non abbaiano senza ragione. Il Saluki è più lento del Greyhound ma è molto più resistente. Può mantenere la sua notevole andatura anche fino a 4-6 Kilometri, mentre lo sprint del Greyound si esaurisce dopo 400-600 metri.

Salute

Come la maggior parte dei levrieri, il Saluki è una razza molto sana. Il maggiore problema di cui preoccuparsi è la loro sensibilità all’anestesia, risultato del loro basso livello di grasso corporeo. Il Saluki ha un’aspettativa di vita discretamente lunga, in media 12-13 anni.

saluki

Storia

Il Saluki è stato impiegato storicamente come cane da caccia veloce che operava in branchi. In medio-oriente, i cani erano spesso considerati impuri, ma il Saluki era molto apprezzato dai Beduini per il “bacio di Allah“, una macchia bianca sul cane. Talvolta i cani cacciavano in tandem con i falchi: quest’ultimi trovavano la preda e poi il Saluki la raggiungeva. I Beduini in medio-oriente apprezzavano tale razza e li selezionavano secondo criteri estetici e di funzionalità nella caccia; essi dormivano con i padroni nelle tende per proteggersi dal calore del giorno e dal freddo della notte.

Il Saluki fu portato in Inghilterra nel 1840; non vi fu un vero interesse comunque, fino a che Florence Amherst importò il primo Arabian Saluki nel 1895 dai canili del principe Abdullah della Transgiordania. I cani del re Abdullah erano probabilmente originari delle aree curde della Siria.

Levriero polacco – Chart Polski

Il levriero polacco o Chart Polski in lingua polacca è una razza di cane appartenente al gruppo dei levrieri. Nonostante il suo nome in lingua inglese sia Polish Greyhound, non discende affatto dal Greyhound britannico ma è un diretto discendente del Saluki persiano.

Il Chart Polski ha temperamento tendenzialmente tranquillo anche se un po’ diffidente. Fisicamente, si discosta in modo abbastanza netto dagli altri levrieri a pelo corto, avendo una struttura solida e forte. Cane dotato di grande velocità e buona resistenza, è adatto alla caccia di animali veloci ed alla corsa nei cinodromi.

Storia

Il Chart (“levriero” in lingua polacca) venne selezionato nel Regno di Polonia sin dal XIII secolo partendo da cani importati dalla Persia lungo le rotte commerciali di terra che mettevano le terre dei polacchi in comunicazione con l’Oriente lungo il bassopiano sarmatico. I primi epigoni della razza vengono citati già nel Gesta principum Polonorum del XII secolo.

levriero polacco

Levriero russo – Borzoi

Il levriero russo o Borzoi è una razza di cane appartenente al gruppo dei levrieri, il suo nome, Russkaja Psovaja Borzaja, significa “cane rapido a pelo lungo“.

Temperamento

A dispetto della sua mole il Borzoi è una cane calmo e riflessivo, si scatena solo alla vista della selvaggina o quando gli si dà la possibilità di correre coi suoi simili. Non deve mostrare aggressività o dominanza verso le persone e generalmente non sono cani territoriali, sono quindi inadatti alla guardia come la maggioranza dei levrieri.

Storia

Per molti secoli la storia del Borzoi è stata legata alla storia degli Zar di Russia, non poteva essere acquistato ma solo donato dagli Zar. Il Granduca Nikolaj Nikolaevič ne fu un grande allevatore, ne possedeva centinaia, nel suo canile privato.

Con la caduta degli Zar il numero dei Borzoi in Russia calò drasticamente, ma i nobili in fuga dalla rivoluzione russa riuscirono comunque a salvarli e ad esportarli nel resto d’Europa, garantendo così la sopravvivenza della razza.

borzoi

Curiosità

Uno dei brani del celeberrimo concerto acustico senza presenza di pubblico Pink Floyd a Pompei dei Pink Floyd (1972), Mademoiselle Nobs, è stato interpretato da un levriero russo di nome Nobs, di proprietà di un’artista di circo, una certa Madonna Bouglione. Nobs è anche un anagramma di Snob.

Levriero scozzese – Deerhound

Il Deerhound chiamato anche Levriero inglese è una razza canina di origine inglese riconosciuta dalla FCI (Standard N. 164, Gruppo 10, Sezione 2). È un cane rustico e solido, abilissimo nella caccia agli ungulati di grosse dimensioni, estremamente docile e dal comportamento quasi timido nei confronti dell’uomo.

La razza venne utilizzata dal capitano George Augustus Graham nella sua “ricostruzione” dell’antico Levriero irlandese, al volgere del XIX secolo. Si tratta comunque di un cane poco diffuso.

Storia

Le prime testimonianze storiche relative al levriero scozzese datano al I secolo: una terracotta romana rinvenuta presso Argyll, oggi esposta al Museum of Scotland di Edimburgo, raffigurante una caccia al cervo con cani del tipo levriero di grande taglia e pelo ispido. Si ritiene comunque certo che le popolazioni scozzesi (Pitti e Scoti) praticassero la caccia al cervo ed al daino servendosi di grossi cani, come ben evidenziato dalla Pietra di Hilton of Cadboll datata però al VII secolo.

Cane deputato alla caccia per antonomasia, nel corso del medioevo il levriero scozzese era proprietà precipua ed esclusiva della nobiltà. All’aprirsi dell’Evo Moderno, con la codifica dell’Ancien Regime, il possesso di questi cani venne autorizzato solo per le persone di rango sociale da Earl in su.

deerhound

La diffusione della razza subì una drastica contrazione in madrepatria nella seconda metà del XVIII secolo, quando, dopo la Battaglia di Culloden (1745), il sistema dei clan e della vecchia nobiltà scozzese collassò. L’intervento di Duncan McNeill, I barone di Colonsay, nel 1825, promosse il revival del levriero scozzese, garantendo la piena sopravvivenza della razza.

Parallelamente, il Deerhound veniva introdotto in Australia, per la caccia al canguro ed al cinghiale, ed in America Settentrionale, ove venne efficacemente impiegato per la caccia al lupo.

Levriero spagnolo – Galgo

Il galgo español è un levriero nativo della Spagna. Secondo la Reale Accademia di Lingua Spagnola, la parola deriva dal latino canis gallicus, cane della Gallia, Secondo la classificazione della FCI, questa razza di levriero è inclusa nel gruppo sezione X, 3, che corrisponde a quella dei levrieri pelo raso; anche se esiste una varietà di pelo duro.

Carattere

Il levriero spagnolo è calmo, dolce e riservato in casa ma giocatore e sportivo all’esterno. Dà prova di perseveranza ed è vivace durante la caccia. Molto affettuoso e legato ai suoi proprietari, sopporta bene i bambini, ma si mostra diffidente e riservato verso gli sconosciuti. È un animale oltremodo intelligente, affettuoso senza essere mai invadente. Empatico con l’umano cui è più legato a volte ne percepisce il pensiero prima che questo venga esplicitato attraverso il suono o i gesti. Con gli altri cani è sostanzialmente un gregario e non entra mai in conflitto preferendo la ritirata al litigio. Esprime i suoi sentimenti affettuosi attraverso piccoli colpi che trasmette col muso all’oggetto delle sue esternazioni.

galgo

Levriero ungherese – Magyar Agar

Il levriero unghereseo Magyar agár in lingua ungherese è una razza di cane appartenente al gruppo dei levrieri; il suo nome significa letteralmente “Levriero dei Magiari“, l’antico popolo, fondatore del Regno d’Ungheria, che selezionò la razza incrociando con i levrieri mediorientali i propri cani da caccia.

Il Magyar agár ha temperamento tendenzialmente tranquillo anche se un po’ diffidente. Fisicamente, è cane dotato di grande velocità e buona resistenza, adatto alla caccia di animali veloci ma anche alla corsa nei cinodromi. Può anche essere un buon cane da guardia. La razza ha comunque, ad oggi, uno scarso bacino di diffusione.

Storia

Come tutti i levrieri, anche il Magyar agár deriva dagli slanciati cani da caccia a vista del Medioriente (Saluki). Differentemente da razze quali il greyhound, però, il levriero ungherese non può essere considerato un diretto discendente degli antichi levrieri avendo pesantemente risentito dell’incrocio con altre razze canine quali, forse, il vizsla.

Nel XV secolo, quando i Carpazi iniziarono a subire in modo sempre più sistematico la pressione dell’Impero ottomano, i levrieri magiari iniziarono ad essere apprezzati anche dai turchi, tanto che il loro sultano incaricò una speciale divisione dei suoi giannizzeri (Zağarci Ortasi) di custodire, addestrare ed allevare per suo conto questi animali. Contemporaneamente al Turco, anche i grandi signori dell’Europa cristiana iniziarono ad importare i validi cani da caccia ungheresi: se ne servivano, a titolo di esempio, i Gonzaga signori di Mantova, che li vollero raffigurati negli affreschi del maestro Andrea Mantegna nella “Camera degli Sposi” del Castello di San Giorgio.

ungherese

Podenco

Il podenco canario è un cani di origine spagnola autoctono delle omonime isole ; ben conosciuto e presente soprattutto nelle due isole maggiori di Tenerife e Gran Canaria, viene comunemente impiegato per la caccia ai conigli selvatici sui terreni impervi e sassosi tipici di questi luoghi.
È una razza molto antica, di tipo primitivo, che viene fatta risalire al cane rappresentato nelle tombe egizie del 3.400 a.C; probabilmente furono i Fenici a portarlo dall’Egitto in Europa.
Non è chiaro se questa razza e le sue simili (il cirneco dell’Etna, il podenco ibicenco, il podenco portoghese e il cane dei Faraoni ) siano nate da un unico antenato (il cane dei faraoni o cane di Tesem ) oppure se si siano sviluppate in modo molto simile a causa di richieste lavorative e condizioni ambientali comuni che hanno determinato una convergenza funzionale e di adattamento biologico.
Fisicamente parlando, il podenco canario è un cane di taglia media, allungato, asciutto, leggero, altamente resistente.
Lo scheletro è ben sviluppato e la mancanza di tessuto adiposo esalta il rilievo della gabbia toracica, della colonna vertebrale e delle ossa dell’anca; anche la muscolatura è ben evidente.
Il pelo è corto, liscio e lucido, di colore rosso o/e bianco; il rosso può essere più o meno intenso e passa dall’arancione al rosso scuro, fino al mogano.
La testa ha un muso più lungo del cranio, con stop poco marcato,;il tartufo è color carne, abbinato al mantello.
I denti hanno chiusura a forbice, il collo è muscoloso con pelle liscia e senza rughe.
Gli occhi sono piccoli ed a mandorla, di colore ambra, verdi o marroni, lo sguardo intelligente ed aristocratico.
Le orecchie sono grandi, di forma triangolare, larghe alla base e sottili in punta.
La coda lunga, portata a sciabola e mai arrotolata, ha attaccatura bassa.
Il podenco è nato per la caccia ai conigli ed è perfettamente adatto a questo scopo perché dotato di un prodigioso senso dell’olfatto, della vista e dell’udito.
Resiste a temperature elevate e riesce a cacciare dall’alba al tramonto senza sosta, superando le molte difficoltà offerte dall’impervio ambiente insulare: con il naso o l’orecchio riesce a rilevare la presenza dei conigli all’interno di fessure e di muri in pietra, nei canaloni vulcanici e nei cespugli spinosi…è sicuramente alle sue innate doti venatorie che questo cane deve la sua sopravvivenza nel corso dei secoli.
Ha un carattere coraggioso, nevrile, molto dinamico.
Ha un portamento nobile, un’andatura leggera, allungata e molto agile.
Notevolissima l’abnegazione al suo padrone, è un ottimo cane da compagnia ed un buon cane da guardia ; discreto con gli estranei ma mai aggressivo, è in grado di relazionarsi bene con cani di altra razza e taglia, senza troppi problemi.
Forse non tutti sanno che, purtroppo, i podencos in Spagna sono denominati “Los grandes olvidados”, “i grandi dimenticati”, perché contrariamente a quanto sta succedendo ultimamente ai cugini galgo, le cui storie di maltrattamento e tortura cominciano ad essere conosciute e condannate dagli amanti degli animali ma non solo, i podenco vivono la stessa tragica sorte, nell’incoscienza quasi totale della gente comune, che spesso, nemmeno sa dell’esistenza di questa razza, riconosciuta solo nel 1987, nonostante esista dalla notte dei tempi.
Come per i galgo, la cui velocità e vista vengono sfruttate in modo sregolato da un sistema che antepone il guadagno alla vita di queste sfortunate creature, anche per i podenco l’abilità nella caccia e la cieca obbedienza al loro padrone costituiscono una condanna senza possibilità di scampo, che ogni anno vede sacrificati migliaia di esemplari, costretti a vivere in condizioni inimmaginabili, per poi morire, schiacciati per lo piu’ dalla fame e dagli stenti.
I podenco, infatti, vengono d’abitudine tenuti in luoghi angusti e nascosti in mezzo alla natura selvaggia delle isole per paura che vengano rubati : li tengono in luoghi difficili da raggiungere e spesso ricavati nei fianchi delle montagne o nelle asperità del terreno.
Ricoveri inadatti e fatiscenti vengono creati sotto crostoni di roccia, alte reti arrugginite creano delle barriere per i cani, spesso ancorati alla pietra stessa, con un gancio ed una catena di 30 cm che nemmeno permette di sdraiarsi per riposare o spostarsi per ripararsi dal sole o dalla pioggia.
I luoghi sono talmente sperduti che non sempre i proprietari hanno tempo di andare a vedere come stanno i loro cani, se hanno da mangiare e da bere, se sono ammalati, se sono vivi o se sono morti…

podenco

Anche chi riesce a costruire strutture di ricovero piu’ prossime alla propria abitazione, pur sempre utilizzando materiale di recupero e non atto alla custodia di animali, non dedica piu’ cure ed attenzioni ai podenco che sono considerati esclusivamente animali da lavoro e non d’affezione, per cui persistono cattive condizioni di detenzione, mancanza assoluta di cure e vaccini per evitare che si ammalino, alimentazione inadatta ed insufficiente, somministrata sommariamente, una tantum, quando capita.
I cani vengono costretti alla riproduzione in maniera sistematica per cercare di ottenere soggetti con un alto istinto predatorio, quelli che non dimostrano l’attitudine giusta sono abbandonati o lasciati morire, perché considerati inutili.
Vedere vagare cani macilenti in cerca di cibo è ormai prassi comune nei centri abitati, i piu’ fortunati vengono raccolti dai volontari dei rifugi nati negli ultimi anni proprio per contrastare questa piaga crescente, altri sono raccolti a volte dai turisti che li portano dai veterinari per farli curare, i piu’ sfortunati finiscono nelle perrera, dove restano 30 gg in attesa di essere soppressi o ,se va bene, riscattati.
Come avrete potuto notare, ultimamente sul nostro sito abbiamo proposto qualche profilo di podenco canario, con lo scopo di far conoscere a voi, i nostri adottanti, questa nuova razza di cani, le loro caratteristiche, la loro sfortunata condizione.
Sono animali molto simili ai nostri levrieri per indole e storia, animali docili e fedeli traditi dall’uomo, sfruttati ed abusati per mero denaro, che meritano una seconda opportunità, una nuova speranza, un nuovo inizio.
Aiutateci a dare una casa a questi cani speciali e se non potete adottare, aiutateci a far sì che il profilo giusto arrivi al cuore della persona giusta…