Dopo mesi o anni, trascorsa in un box di cemento o in un recinto con altri cani il Greyhound e il Galgo che abbiamo tanto desiderato vengono catapultati in una realtà completamente diversa: la nostra casa.
E come neo-adottanti ci troviamo a dover gestire diverse situazioni inaspettate e tra queste anche le eliminazioni inappropriate. La prima cosa da chiarire è che nel box il cane non ha la possibilità di gestire il tempo e lo spazio come vorrebbe; la promiscuità tra la zona in cui riposarsi, mangiare, urinare è totale e proprio questa promiscuità innaturale è la causa del problema. Infatti l’eliminazione nell’ambiente esterno è frutto di un apprendimento che si compie nei primi mesi di vita del cucciolo e se qualcosa va storto questo apprendimento potrebbe essere ritardato o addirittura potrebbe non completarsi mai. Quindi un cane adulto vissuto nella totale promiscuità di cui parlavamo prima potrebbe avere inizialmente delle difficoltà a identificare all’esterno dell’abitazione i luoghi in cui espletare i propri bisogni fisiologici Un altro punto importante è differenziare la marcatura urinaria dall’emissione di urine per espletare un necessario bisogno fisiologico. In linea di massima questa differenza la possiamo fare valutando la quantità di urine emesse, ridotta e su supporto verticale se marcatura, abbondante se bisogno necessario.
La marcatura ha un intento comunicativo e sono sufficienti poche gocce emesse in punti strategici per inviare un messaggio ad un ipotetico ricevente. Nelle urine sono presenti i feromoni, ovvero delle molecole che noi umani non possiamo percepire ma che hanno un chiaro significato per i nostri cani. I feromoni indicano lo stato posizionale del soggetto e una marcatura può significare “eccomi, sono qui, questo luogo è mio” oppure “questa cosa è mia”.
Se invece si tratta di vero e proprio bisogno fisiologico ci potrebbe essere alla base anche un disturbo dell’omeostasi sensoriale come “la sindrome da privazione sensoriale o disturbo dello sviluppo dei comportamenti sociali” che possono inibire a tal punto il nostro cane che espleterà i suoi bisogni fisiologici solo all’interno dell’abitazione e non in nostra presenza, luoghi che ritiene sicuri e dove non sarà disturbato.
Un altra importante valutazione la dovrà fare il Medico Veterinario se alla base delle eliminazioni inappropriate vi è un problema fisico e /o clinico. Possiamo intuire la presenza di un problema di natura diversa dalla comportamentale quando abbiamo rispettato tutti i parametri di benessere ma le eliminazioni persistono anche in luoghi anomali come la sua cuccia che ritroviamo bagnata, oppure il nostro cane assume la postura di eliminazione molto frequentemente, o ancora si lecca frequentemente i genitali.
Nei primi giorni post adozione
Uno sguardo o un semplice bravo con tono pacato sottolineeranno la cosa giusta.
Per risolvere il problema è utile invece capire il perché di quella marcatura. Un suono rapido e acuto potrebbe invece interrompere l’azione se lo stiamo osservando; a questo punto inviteremo il nostro cane ad uscire fuori. Non ha nessun senso punire il cane che elimina in casa: non può capire appena arrivato quale saranno i luoghi a noi graditi all’esterno dell’abitazione ma lo imparerà portandolo fuori nei momenti giusti.
a cura della d.ssa Katia Galbiati,
medico veterinario comportamentalista con approccio cognitivo-zooantropologico, nonché docente, educatore, istruttore cinofilo SIUA e operatore in zooantropologia didattica.