Un Levriero che è entrato a far parte della nostra vita ed ecco che prima o poi sentiremo parlare di parassiti intestinali. Oltre alle temute pulci e zecche (ectoparassiti), il cane è infatti soggetto a stringere rapporti con parecchi parassiti interni (endoparassiti), che colpiscono non solo l’apparato gastrointestinale, ma anche possono potenzialmente coinvolgere anche altri organi, come fegato e polmoni.
Alla domanda se il Levriero è stato trattato contro i parassiti intestinali, se sul libretto sanitario troveremo scritto uno o due trattamenti specifici, confermeremo che si, il nostro cane è già stato trattato. Purtroppo, invece, “anche i parassiti a volte ritornano” e questo avviene molto più spesso di quello che si pensi! Non è quindi sufficiente trattare un cucciolo di Levriero uno o due volte, ma è fondamentale seguire accurati protocolli di sverminazione nel cucciolo e pensare a trattamenti ripetuti durante la vita dell’animale adulto. Basta infatti la frequentazione di luoghi pubblici (marciapiedi, aree cani, giardini) o ad esempio, la presenza di pulci (che trasmettono la tenia), per avere a che fare nuovamente con i parassiti intestinali.
Nelle regioni italiane i parassiti intestinali più frequenti sono i vermi tondi (Ascaridi, Anhilostomi, Tricocefali) e i vermi piatti (Tenia, Echinococco, ecc), a cui vanno aggiunti alcuni fastidiosissimi protozoi (Coccidi, Giardia).
I sintomi nel Levriero sono estremamente variabili: malessere, diarrea alternata a stipsi, vomito e diarrea profusa, mancanza di appetito, dimagrimento fino al coinvolgimento di organi interni come i polmoni (Strongili polmonari) o il cuore (Dirofilaria immitis). Le parassitosi, specie se mal trattate, possono condurre anche a morte l’animale, soprattutto nel caso di cuccioli e soggetti defedati.
La società europea di parassitologia (ESCAAP European Scientific Counsel Companion Animal Parasites) ha stilato alcune linee guida in cui consiglia di eseguire almeno quattro trattamenti antiparassitari annuali o un sufficiente numero di esami delle feci. Poiché è fondamentale che la terapia sia effettuata il più possibile ad hoc per patologia, razza ed età, diventa fondamentale il rapporto di fiducia con il Medico Veterinario, al fine di capire quali parassiti sono presenti nel territorio, quale prodotto somministrare e ogni quanto tempo.
L’esame delle feci è poi un semplicissimo strumento che permette di fare una diagnosi accurata con conseguente terapia mirata. Una raccolta di feci almeno una volta all’anno, diventa un valido strumento di benessere per l’animale, così come i trattamenti antiparassitari ripetuti durante l’anno, nel caso di territori molto infestati o di sospetto di falsi negativi nell’esame delle feci.
Quindi nel nostro calendario mentale dopo aver schedato ad esempio la programmazione delle vaccinazioni, e i trattamenti contro pulci e zecche, diventa di primaria importanza aggiungere il controllo dei parassiti interni, tenendo anche presente che seppur raramente, alcuni parassiti possono essere trasmetti all’uomo (Larva Migrans, Echinococcosi).
Dott.ssa Simona Tradati