Francesca e Holly
Una macchia bianca con due enormi occhi scuri
Quei suoi occhi mi spaccano, mi inducono ad un’autoanalisi che fa riflettere su ciò che anch’io non ho avuto, o ho avuto e non ho più, o che potrei tornare ad avere, o che ho già.. che forse è più di quanto pensassi. Decido di chiedere di lei, convinta di poterla far sorridere, ancora o per la prima volta (non so), e di farle svolazzare di gioia quelle enormi orecchie da Dumbo. Inutile aggiungere altro: prima che lei sia con me, io sono già con lei.
Il conto alla rovescia si fa sentire e l’ultima notte di attesa è davvero come la “notte prima degli esami”…
non mi sento così da tanto: agitata, preoccupata, confusa e felice.
Quei suoi occhi mi rubano ogni giorno il cuore e il divano… e lei lo sa, perchè spesso le scappa un sorrisetto perfido da conquistatrice. Grazie quindi a Serena, Alessandra e Dario, per aver creduto in me dall’inizio, a Sonia che ha attraversato il tappeto rosso per condurre Holly tra le mie braccia, a Romina ed Alessia che mi hanno supportata nelle prime difficoltà e a tutte le persone dell’universo SOS Levrieri, perchè quotidianamente salvano loro e,
per effetto delle “magie levriere”, anche noi.
Francesca
Una macchia bianca con due enormi occhi scuri contornati da una riga nera, che mi ricorda un po’ me stessa quando, per affrontare il mondo, metto il kajal e un filo di trucco. Uno sguardo spento, a dire il vero, che non saprei se definire assonnato o malinconico. Holly. Scorro le foto di presentazione e sì, sicuramente è una pigrona,
ma altrettanto sicuramente porta con sé dolore e tristezza.. aveva una vita e non l’ha più.
Poi finalmente, in una mattina di primavera, lei: dal vivo i suoi occhi risultano ancora più profondi di quanto potessi immaginare e, seppur disorientata e impaurita, si avvicina per qualche carezza.
Io sono nuda ed impotente, innamorata persa.
Eccoci qui: dopo sei mesi di coccole, amore, divano e, ebbene, anche un po’ di pazienza, mi sento totalmente rapita da questa adorabile nasona smilza.
Perchè lei fa così:
arriva, mi guarda allargando le orecchie, inizia a fischiare (emette un suono strano che ha imparato ad usare per tutto: chiedere cibo, far spostare un cuscino di troppo, cercare conforto… davvero qualsiasi cosa)
e io mi sciolgo.
Dal paradiso all’inferno
