Levrieri e bambini

I numeri e l’esperienza dicono che i bambini coinvolti in spiacevoli incidenti con i Levrieri hanno per lo più meno di sei anni e che l’incidenza maggiore sia ha per bambini di un anno di età.

È a questa età, infatti, che i bambini cominciano a essere un po’ più autonomi sulle loro gambette e tutto il mondo appare un enorme avventura da vivere spesso senza troppa cautela. Anche un cane diventa un’esperienza irresistibile. Ma se le esplorazioni maldestre di un cucciolo umano nelle migliori delle ipotesi provocano solo un po’ di noia e fastidio a cani placidi ed abituati ai modi irruenti dei piccoli umani, per altri possono essere un vero e proprio affronto. Alla base ci sono forme di comunicazione diversa.

Per instaurare un buon rapporto tra cani e bambini è importante non solo essere consapevoli di quali comportamenti umani potrebbero essere malintesi dai nostri amici, ma anche imparare a capire cosa loro ci stanno dicendo nella loro lingua. Questo è particolarmente importante per quanto riguarda i comportamenti che indicano uno stato di insofferenza e disagio da parte del cane. Sapere interpretare tali segnali è la chiave per prevenire ed evitare ringhi e morsi che sono la loro massima risposta… la punta dell’iceberg.

Negli incidenti tra cani e bambini, infatti, spesso si sono ignorati (o non sono riconosciuti) tutti quei segnali di avvertimento che i cani normalmente danno, portandoli a doversi esprimere in modo più esplicito. Conoscere l’etologia del cane diventa fondamentale per prevenire qualsiasi incidente e per la salvaguardia sia del benessere del bambino che dell’animale. Un cucciolo insistentemente cerca di attaccarsi al capezzolo di sua madre. La mamma se ne va. Il cucciolo, la segue, la raggiunge e cerca di attaccarsi di nuovo al capezzolo.

La mamma mentre cammina si volta placidamente diritto negli occhi, immobilizzandosi per una frazione di secondo. Il cucciolo, cocciuto, aspetta un secondo e poi prende la rincorsa, raggiunge la madre e ci riprova. La mamma, molto paziente, si volta una seconda volta, lo fissa con occhi duri ed arriccia le labbra, mostrando una smagliante dentatura. Il cucciolo decide che oggi le vuole prendere… e le corre appresso un’altra volta. La mamma si volta, occhi glaciali, denti visibili e con un ringhio sordo, si scaglia con impeto contro il cucciolo che uggiolando scappa (o si ribalta a pancia all’aria rimanendo immobile).

La prossima volta, il cucciolo quando sua mamma si allontana magari la seguirà, ma a quella prima occhiata se ne tornerà dritto dritto da dove è venuto. Quando un Levriero vuole esprimere la sua insofferenza verso un altro cane può farlo in tanti svariati modi. La prima strategia è quella di girare i tacchi ed andarsene. Se un cane decide di allontanasi da un bambino è di enorme importanza capire che questo è il suo primo modo di dire “OK grazie mille, è stato un piacere… ora però me ne voglio stare un po’ tranquillo e farmi i fatti miei”.

Se la nostra umana insistenza ci incita a seguirlo lo costringiamo a farci capire il suo disagio in un altro modo.

Gli atteggiamenti più comuni

  1. baci, abbracci, prendersi per mano
  2. cosa comunica il bimbo: segni di affetto e vicinanza
  3. cosa capisce il cane: segnali di minaccia o aggressione
  4. motivazione: quando un cane vuole mostrare la sua forza ad un altro, uno dei modi più sfrontati è proprio quello di avvicinarsi così tanto da spintonarlo o bloccargli la strada, impedendogli così di muoversi

  1. guardare negli occhi il proprio interlocutore o compagno di giochi
  2. cosa comunica il bimbo: comprendersi, comunicare. I bambini sono attratti dal viso e soprattutto dagli occhi… cercano lo sguardo dei grandi in particolare della madre
  3. che cosa capisce il cane: minaccia, dichiarazione “di guerra”
  4. motivazione: quando si incontrano per la prima volta, i cani prendono alla larga la testa dell’altro fino a quando non si sono raccolte sufficienti informazioni sulle sue buone intenzioni. Poi ci si scambia qualche annusatine o magari qualche leccatina al muso

  1. un cane va incontro ad un bambino, abbassa la testa, scodinzola con la coda bassa, gli poggia le zampe sulle spalle. Il bambino scappa, il cane lo rincorre.
  2. cosa comunica il cane: segni di rispetto e saluto. Volontà di gioco.
  3. cosa capisce il bambino: minaccia ed aggressione.
  4. conseguenze: il cane, felice, lo rincorre, pronto ad iniziare una bellissima mezz’ora di gioco: nella sua lingua il bambino si è comportato come un qualsiasi cane consenziente

Più spesso in famiglia

La maggior parte dei casi di insofferenza da parte dei cani, vede come protagonisti quelli che vivono in famiglia. Questo dipende dal fatto che il tempo passato insieme è maggiore ed il bambino, sentendosi più a suo agio con il proprio cane, può mettere in atto tutta una serie di comportamenti magari poco graditi al compagno peloso. Gli incidenti avvengono proprio quando il bambino interagisce attivamente con il cane. Tra i casi più frequenti: disturbare il cane mentre mangia o dorme, tirargli coda o orecchie, oppure mentre interagisce “pacificamente” accarezzandolo, abbracciandolo o piegandosi su di lui. Comportamenti, che come abbiamo visto, secondo il linguaggio dei cani hanno un significato non tanto amichevole, ma piuttosto minaccioso.

E se il bambino coinvolto in un incidente non stava interagendo con il cane, ma per esempio pedalando in bicicletta?

La spiegazione è da trovarsi nella biologia: il cane è un predatore. Le prede del cane, quando ancora doveva procacciarsi il cibo da solo, erano probabilmente le stesse dei nostri lupi di oggi, per esempio topi, lepri, caprioli e cervi. Nel comportamento istintivo del lupo vi è quella che viene definita “sequenza predatoria”, l’inseguimento di una preda in movimento, il balzo sull’animale in fuga e il morso mirato spesso al collo o ai garretti. Nel cane questa sequenza di azioni, non è più così fortemente determinata come nel lupo, ma è comunque presente. Per questo i nostri cani amano così tanto inseguire le palline… sembrano tanti topolini in movimento! Un bambino su una bicicletta o che corre, magari anche emettendo suoni acuti (non così diversi dai belati una capretta), possono scatenare nel cane reazioni di inseguimento, proprio come espressione del suo ancestrale istinto predatorio.

Per proteggere bambini e cani

L’unico vero mediatore è l’adulto: va però ricordato che per una buona convivenza sia il bambino sia il cane vanno tutelati, partendo dalle esigenze e necessità di ciascuno.

Se il bambino ed il Levriero convivono:

  1. Abituare il cane alla presenza dei bambini, ricordandosi di tutelarlo, ovvero di proteggerlo dall’irruenza umana. Il cane deve poter vivere un’esperienza POSITIVA con i bambini per poter sviluppare un buon rapporto con loro anche da grandi.
  2. Imparare a capire il linguaggio del proprio cane, in modo tale da poter riconoscere i primi campanelli di allarme e di disagio e comprendere quali comportamenti di noi umani possono risultare incomprensibili o mal interpretabili dal cane.
  3. Istruire il bambino fin da piccolo, perché capisca come interagire con il cane ed interpretare il suo linguaggio. Creare dei giochi sicuri affinché cane e bambino si possano divertire insieme in sicurezza (per esempio: il bambino nasconde un giocattolo che il cane deve trovare).
  4. Instaurare regole di convivenza chiare che tutelino entrambi: es. alcuni spazi di casa solo per il cane, altri solo per il bambino, anche se noi come adulti abbiamo accesso ad entrambi; quando si mangia ognuno sta la proprio posto, nel gioco tra cane e bambino se uno dei due se ne va, l’altro deve rispettare la sua decisione.
  5. Instaurare un rapporto di fiducia e coerenza con il proprio cane. Vuol dire che il cane può fidarsi di voi perché lo avete difeso da esperienze negative ed è quindi disposto ad ascoltarvi quando gli chiedete di rispettare alcune regole di convivenza.
  6. Controllare periodicamente lo stato di salute del proprio cane.

Se il cane ed il bambino sono estranei

  1. Chiedere sempre al proprietario se si può avvicinare il cane
  2. Insegnare al bambino un corretto approccio al cane, ovvero calmo e tranquillo senza urla e mosse improvvise.
  3. Evitare di correre e urlare in presenza di cani estranei.
  4. Insegnare le basi del linguaggio canino.
  5. Non avvicinare mai un cane dietro una rete, in una macchina o alla catena, senza la presenza del proprietario.
  6. Insegnare al bambino come si fa l’ALBERO, ovvero rimanere fermi ed immobili, con le braccia lungo i fianchi e le braccia incollate alle gambe guardando a terra. Se un cane estraneo vi corre i contro, il modo migliore per evitare di essere aggrediti è proprio fare l’albero.
  7. In ogni caso i bambini non dovranno mai stare da soli con il cane senza la supervisione di un adulto.

Una raccomandazione per tutte le persone che si avvicinano all’adozione di un cane ed hanno un bimbo piccolo. Un bambino piccolo occupa molto del nostro tempo, un cane richiede altrettanto tempo: il cane ha la necessità di fare delle attività con noi, oltre che di essere nutrito e portato a passeggio.

Prima di adottare un Levriero è il caso che ci chiediamo francamente se abbiamo il tempo sufficiente per seguirlo, altrimenti è meglio aspettare che il bambino sia più grande e autonomo e soprattutto in grado di recepire e mettere in atto comportamenti adeguati nei confronti del cane.


SOS Levrieri ODV precisa che: i contenuti inerenti la salute, l’alimentazione, il benessere e la sicurezza del Levriero presenti nel sito Internet, nelle Newsletter e in tutte le comunicazioni dell’Associazione, sono da intendersi semplicemente come consigli o suggerimenti dettati dall’esperienza e considerarli quindi come tali. Le indicazioni riportate pertanto non vogliono e non devono in nessun modo sostituirsi a diagnosi, terapie mediche o farmacologiche che rimangono di esclusiva pertinenza del medico veterinario, per quanto riguarda gli animali e degli Enti nazionali Ministero della Salute ed internazionali Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS per quanto riguarda l’uomo. Solo quest’ultimi, quindi, sono e rimangono gli unici soggetti deputati nelle relative competenze a formulare diagnosi, prescrivere farmaci e indicare terapie o proporre diete e/o comportamenti. Per questi motivi SOS Levrieri ODV non si ritiene responsabile per qualsiasi comportamento o pratica derivante o connessa ai suggerimenti espressi nelle nostre comunicazioni che sono e vogliono essere interpretati come buoni suggerimenti di prevenzione e che in qualsiasi caso, come sottolineato, non sostituiscono le indicazioni delle Autorità competenti menzionate che devono essere consultate prima di qualsiasi azione.